Io lo so! Lo so che sono nato diverso da tutti, come chiunque altro, ma vorrei sapere chi altro immagina se stesso come il frutto di una botta e via tra una Casa degli Orrori e una Montagna Russa? Chi si immagina come una Casa degli Orrori ferma e traballante lì sulla collina vuota un'ora dopo il tramonto? Con quelle mura così solide che sembrano sul punto di sbriciolarsi ad ogni istante, le finestre crepate e il giardino abbandonato a se stesso? E dentro quella Casa degli Orrori ci abitano tanti piccoli mostriciattoli e tanti invece grandi e tanti altri ancora più grandi.
E ce n'è uno che non so quali dimensioni abbia perché occupa una stanza intera più grande del salone e non c'è luce che si possa accendere lì dentro o candela da portarci perché chi la occupa quella stanza soffierebbe sulla fiamma mentre continua a scrivere sulle pareti, su ogni singolo centimetro di muro perché è la sua stanza e non esiste sfratto da lì e allora voglio parlarci, ma mi fa paura e allora mi ripeto che bisogna dare un nome alle proprie paure e allora glielo chiedo come si chiama ed è solo il silenzio rotto dalle sue unghie a rispondermi ed io mi abituo all'oscurità, ma non così velocemente come vorrei e per tutto il tempo sento il rumore delle sue unghie sul muro della mia casa, come se fosse una lavagna ferita da unghie troppo lunghe e troppo rovinate e allora finalmente mi abituo a quell'oscurità perché ci sto dentro da tanto troppo tempo e allora leggo, ma non ci riesco e allora uso le mie mani come se fossi un cieco alle prese con un testo in braille e immergo le mie dita nelle linee vuote che una volta erano dei solidi mattoni e continuo ancora a non capirci nulla e allora forse l'occupante capisce che sono alla ricerca di risposte e di nient'altro e no, non si presenta, ma mi parla e mi dice Questo il posto delle consapevolezze ed io gli dico che forse ci nascondo le mie paure e allora mi chiede quale sia la differenza tra una consapevolezza e una paura e io ho la testa vuota come il buio nella stanza e allora ecco! mi accende una luce, ringrazio e leggo i vuoti nel muro. E allora capisco cos'è quella stanza.
Calma.
Adesso ascolto solo il mio respiro e basta.
E' in quella stanza a forma della mia scatola cranica che la Paura di Essere Consapevole che Tutto è Inutile e Che Tutti gli Esseri Umani Nascono Come Animali Sociali e Muoiono Come Persone Sole continua a grattare e a scavare e ad essere presente. E' la stanza dove ho rinchiuso il pensiero che tutti siamo affamati di qualcosa che potremmo non ottenere mai. E allora capisco un'altra cosa, quel rumore di unghie non era un rumore di unghie: era un brontolio. Il brontolio della fame di essere se stessi pur stando con qualcuno. Forse è per questo che la miglior frase d'amore che io abbia mai sentito è "Hai mangiato?" O forse boh, credevo fosse Amore e invece era solo l'ipoglicemia.