domenica 27 febbraio 2011

Insaziabile

Insaziabile

E mi videro triste e allora mi dissero “sii felice”.

E io chiesi “E come si fa a essere felici?”

E loro si guardarono perplessi e lessero, studiarono e si confrontarono e alla fine di tutto questo mi risposero “Sii semplicemente te stesso” e quel semplicemente mi fece pensare che non è semplice essere sé stessi perché non esiste un solo sé stesso così come non esiste un solo te tra due specchi E comunque io non lo sapevo ancora chi erano i miei Me Stesso e allora li cercai attraverso i bisogni, i desideri e le voglie di quella Fame di Vita che provavo e a cui non avevo ancora dato un nome E mi accorsi che più saziavo la Fame meno Vita c’era da mangiare per gli altri E ciò mi rende triste perché pensavo che ci fosse abbastanza Vita per tutti ‘ché la Vita non è come i soldi o il cibo o tutte le cose materiali E’ tutto ciò che ti capita, è “Tempo moltiplicato Quello che provi con la tua anima”

O così dovrebbe essere,

ma più passa il tempo e più sembra che la Vita sia piuttosto manciata di granelli di sabbia e ogni granello rappresenta una esperienza che ti scuote e che ti esalta in ogni scena della tua esistenza Tanti granelli di sabbia come tanti sono i pixel sul tuo monitor, chiuso in una cornice e nella tua fantasia che muove il tuo mouse. Tanti, tantissimi pixel condivisibili, ma di numero finito E la Fame non ne ha mai abbastanza d’essi e resti sempre insoddisfatto e non ti bastano mai quelli che hai e pensi che la Vita sia solo una e che devi viverla sempre al massimo, ma questo massimo dov’è, quando arriva, se esiste?

E allora più passa il tempo e più il Silenzio si riempie del dubbio di essere sempre stato il Me Stesso che ho sempre cercato, che di posto per esso ce n’è sempre stato poco e che la Fame l’ho abituata male io fino a farla diventare insaziabile e che, stando a tutto questo, magari il Me Felice e il Me Stesso sono due immagini lontanissime del Me fra i due specchi.

2 commenti:

ecudiélle ha detto...

"I've really worked hard, I've got this degree, I've got this scholarship, I've got this job, I've fixed my body, I've got the boyfriend. I feel empty. I've done all this stuff – which is the stuff that's supposed to be about happy — but I don't know how to live inside of myself"
Susie Orbach

Almanocturna ha detto...

Credo che la bulimia di emozioni, così come ho inteso io quello che hai scritto, passi non appena si guarisca dal meccanismo del vomito. E "me stesso" penso risieda proprio a metà di quel pieno e di quel vuoto dove la tua emozione lascia sempre ad un altro qualcosa in cambio.

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