domenica 13 giugno 2010

L’ozio si merita, la pizza no


Giornata afosa oggi, di quelle che ti ricordi di averne vissute tantissime dalla tua infanzia fino a ora eppure più vai avanti e meno le sopporti. Pensi vecchiaia carogna e inizi a cercare di essere il più presentabile possibile nonostante si riesca a reggere al massimo un po’ di francobolli addosso (dipende se la vita ti sorride o no).

In queste giornate un po’ così, magari è pure sabato, ti ritrovi con una stanchezza addosso che un recupero ore di sonno è puro palliativo. Ma che male fa e per tutto il giorno se non dormi riesci a malapena ad esistere. Chi ti segue sui social network pensa a quanto tu sia cool perché ti pensa al mare. Il bagno lo stai facendo, ma nel sudore sudato sul lenzuolo ex fresco di bucato del giorno prima.

Passi la giornata a dormire o altrimenti allunghi il braccio, accendi il pc e fai partire la playlist. Ti becchi un mezzo cazziatone da chi non ne può fare a meno degli invitanti e imprescindibili programmi estivi e ti metti le cuffie. Ti perdi nella musica. La playlist è fatta un po’ alla cazzo e ti ritrovi pezzi dance alternati a musica strumentale settecentesca e hard rock settantesca. Va bene comunque, l’importante è che i pensieri non se ne vadano per conto loro in quella terra bastarda e crudele del Quando Stai Per Addormentarti.

Poi finalmente smetti di vegetare e via con la nutrizione naturale ‘ché per quella parenterale ancora niente. Si arriva a invidiare Homer Simpson quando meno te l’aspetti. Junk food, manicaretti da cuoco specializzato in primi piatti e frutta di stagione: tutto si mischia e ti resta sullo stomaco quando ti ritrascini sul letto e il dilemma più grande vuoi che sia scegliere quale telefilm vedere prima. Tutto quel cibo che si amalgama ai pensieri, le orecchie ovattate dalle parole biascicate in una sceneggiatura semi coerente e poi ti alzi di soprassalto perché il cel ogni tanto deve ricordarti che hai una vita. Ti scappa un rutto lungo quanto un pranzo, una colazione e uno spuntino di metà mattinata.

“No, non disturbi” rispondi senza sapere di stare mentendo o no. “No, non l’ho dimenticato l’onomastico di… No, davvero!” stavolta è sicuro che stai mentendo. “Si, certo. Ci vediamo lì stasera. Ovvio… Certo, nessun bidone!” Attendi di sapere in che forma sarai la sera per sapere se puoi iscriverti a Pinocchio dell’Anno 2010. E intanto sbadigli, tieni la mente occupata ricontrollando la posta, i forum e tutte quelle pagine che una volta erano solo in html e adesso hanno acronimi che è meglio non pronunciare per evitare l’arrivo dei Grandi Antichi.

Arriva la sera che non sai nemmeno come. La Terra gira su sé stessa e la tua testa dentro sé stessa. Tutto sommato l’idea alla base dell’Universo è che ci sono poche idee e da lì bisogna regolarsi. E’ sera e lo capisci dal fatto che non fa poi così tanto caldo, però nemmeno stai fresco e poi perché senti l’odore della pizza!

Ti alzi di soprassalto. Poi squilla il telefono. Pensi alla pizza e potrebbe partirti un altro ruttino, questa volta al sapore di attesa. Afferri il cellulare ed è un messaggio. Ora devo pure sforzarmi a leggere. Te lo metti in tasca e lo passi a chi ti sembra uno che sappia leggere e scrivere. Alla terza persona che incontri ti siedi e lo leggi tu quel messaggio. A metà la pizza urla A TAVOLAAAAA e spingi il tasto Rispondi. Anni di esperienza e persino con il cervello in pappa scrivi una scusa che quasi ci credi pure tu.

“Ce ne hai messo per venire a mangiare…”, ti chiedono.

“Ho avuto da fare”, menti. Ancora.

“Ma se è tutto il giorno che non fai niente!”

“Ho prodotto pensieri.” Sorridi e speri che il punto alla fine della frase faccia finire la conversazione.

“Chi non lavora non fa l’amore, caro mio!”

E rieccoli i pensieri. La coscienza o chi per lei. Ha la voce petulante dei tuoi quando a fine mese non quadrano i conti. Quei pensieri che rendono conto di te al mondo solo in termini di produzione. Che fine hanno fatto i poeti in questi tempi, allora? I filosofi e gli insegnanti di Storia e Geografia non sono più degni di esistere? C’è la Crisi, ma è una vita che le mie tasche sono in crisi. Per pensare sempre a produrre siete riusciti a farci odiare i nostri sogni. Non è giusto, voi li avete avuti: a noi quando tocca?

“Chi non lavora almeno mangia la pizza. Gratis”

Peccato sia amara.

Music on air: Bobo Rondelli – Non voglio crescere mai

1 commento:

Dada ha detto...

para para.
tranne per il fatto che a me, dal letto, tocca alzarmi che ho il parente convivente da nutrire a dovere.

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