mercoledì 16 giugno 2010

Popolo di avvocati, dottori e scrittori

Scrittori, avvocati e dottori

Vorrei evitare di dover morire o essere lì lì per sapere che un mio libro è stato pubblicato. Più che altro il problema che potrebbe affliggermi è come poter spendere i soldi guadagnati in sesso: le puttane (anche se pieno di) lo stomaco ce l'hanno.

Non sono mica avvocati.

Si, lo so che è vecchia, ma sfottere gli avvocati mi fa sentire molto meglio di prima mattina, verso mezzogiorno, durante lo spuntino pomeridiano e nelle ore in cui l'umanità cena. A prescindere dai fusi orari. Io ne conosco parecchi di avvocati, ma non è solo questo. Li ho qui sopra al sacchetto scrotale perché quando parcheggio l’abusivo, il quale mi chiederà di pagargli un caffè di due euro, mi da indicazioni chiamandomi avvocato. Come se fosse un complimento. A volte mi grida dotto’ e già un po’ va meglio perché tutto sommato l’idea è diveltarlo. Ma se dottore è quello che diventerò adesso cosa sono?

Me stesso non è una risposta buona in questi tempi in cui se non sei utile non ti fanno essere. Allora mi ricordo di Ell che mi ha scritto che sono abile nel farla “commuovere” perché sono uno scrittore. In pratica non posso fare nessun complimento a chi se lo merita perché passo regolarmente come un paraculo che ha fantasia. Quelli che si comportano così sono appunto gli avvocati.

Se uno scrittore scrive qualcosa di carino, simpatico o (che non venga giù l’Apocalisse) di profondo non lo fa perché vuol arruffianarsi un cliente. Lo fa perché deve. Perché è così che è fatto. Perché non gli piace essere banale o più semplicemente gli piace rendere il complimento personalizzato. Perché meritiamo tutti di ricordarci di essere speciali e non tutti gli occhi, i sorrisi o i gesti sono uguali.

E poi da quando dire a qualcuno che è uno scrittore è un complimento? Gli scrittori mentono, inventano mondi dove avrebbero voluto essere e sono sempre accompagnati dal rimorso di aver potuto scrivere meglio. Sono eterni soddisfatti, alla ricerca di qualcosa di materiale che esiste solo nelle loro menti. Eternamente mancanti, scrivono di ciò che manca nel loro mondo.

E non è una bella vita.

 

Music on air: Van – She so high

Nessun commento:

Altri Post

Related Posts with Thumbnails