domenica 8 marzo 2009

vita da precario


Ultimamente sono stato parecchio incasinato con il pc a causa di quell'Apocalisse ripetuta (non ricordo nemmeno se ci ho scritto un post, vabbe'). Beh, per fortuna stavolta mi sono dannato l'anima molto meno e panta rei mi sono arreso all'evidenza di una incompresa (da me) incompatibilità tra l'hard disk SATA e tutte le varie versioni di Windows che ho tentato di installare. Questo tipo di situazioni le odio non tanto per quello che perdi (in questo caso 1 giga di ram e 300 di hard disk) quanto per l'ineluttabile periodo di transizione che si è costretti a subire. E purtroppo (o per fortuna) la mia vita, le mie emozioni e la mia felicità non dipendono da quanto spazio libero ho sull'hard disk. Per quanto voglia rendermi indipendente tutte queste cose posso influenzarle solo in minima parte. E proprio non riesco ad arrendermi all'idea che le cose ristagnino. Anzi la cosa più snervante è che questo ristagnarsi durerà e non so nemmeno quanto. A saperlo potrei anche regolarmi, mi organizzerei e farei altro. Così invece tutto rimane in sospeso, indeciso a tempo indeterminato, con un orizzonte lontano lontano a farti da tetto nel manicomio della tua vita. Ti aggiri nervosamente con quel groppo in gola che ti viene quando hai la speranza disattesa che tutto finisca e possa ricominciare meglio.

Oggi voglio discutere di quelle situazioni che provocano un dolore per nulla acuto, ma cronico a cui rischi di abituarti. Pessimo fenomeno quello dell’abitudine: ti porta ad accettare situazioni che una tantum non accetteresti mai. E ora sta succedendo a me… A me che credo nell’adattamento al nuovo ambiente, nel cambiamento che così facendo porta alla Perfezione.* Subire passivamente decisioni che fanno stare bene solo una parte e male, malissimo l’altra non è affatto una cosa buona in una relazione, che sia di amicizia o di coppia. Magari all’inizio acconsenti per far star bene il partner o l’amico, soprassedendo che questi se ne freghi del tuo stato d’animo e poi ti ritrovi ad accettare atteggiamenti che vanno contro la tua morale, contro il tuo modo di essere uccidendo pian piano te stesso solo per renderla/o felice. Si, ma a te quando tocca esserlo? Di certo non puoi aspettarti che questi si ricordi di ciò che hai patito (“E’ scontato che tu ci sia per me!”) e ti rimane quel groppo in gola, quella parte di vita che hai sacrificato, quel disavanzo che non verrà mai colmato. La cosa orribile è che se la questione non si risolve sfogandosi all’interno è inevitabile che qualche innocente ci vada di mezzo. Di solito il sottoscritto che a ben vedere ("Sono solo-Trascorre molto tempo-Trovo un'amica/un amico-Vengo accettato nella nuova compagnia-Qualcosa va come non deve andare-Sono solo-Etc etc…") tanto innocente non dovrei essere, altrimenti non dovrei essere sempre io quello che alla fine è costretto a stare da solo. Dopotutto qualcuno-uno dovrebbe rimanere dalla mia parte, no? Ma dopotutto io sono uno che ha come fratello e come cosiddetti amici persone che escono con altre persone che davvero mi hanno causato un male insopportabile, ferite nell’anima che si rimarginerebbero solo con tanti anni di galera. In qualche regime come quello cinese, per esempio. Invece no, in galera ci sono io, torturato da incubi che nessuno si premura di ascoltare o di cercare di capire, troppo occupati dal lamentarsi delle proprie vite per accorgersi che la persona a cui si dice di voler bene non sta vivendo affatto un bel periodo. Troppo impegnate a lamentarsi di piccoli contrattempi piuttosto che decidere di perdere minuti della loro preziosissima vita ad ascoltare. Solo ascoltando già si allevierebbero delle sofferenze, nonostante il problema sia sempre lì. Eppure la cosa davvero triste non è sapere che non ci sia nessuno accanto a te, ma rendersi conto che nessuno riesca a trovare il tempo per ascoltarti.

Ancora peggio della Solitudine è essere considerato solo un paio di orecchie, senza nessuna bocca. Non essere considerati per quello che si è: un comune essere umano, che nonostante i suoi pregi e i suoi difetti, deve essere degno di rispetto e di tutto quello che ne consegue.

*Anche se nessuno ha mai raggiunto la Perfezione, questo non significa che non ci si può provare, no?

Bah...

E ora che faccio?

Music on air: Goo Goo Dolls - Name

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