mercoledì 24 ottobre 2007

L'inizio delle altre cose brutte


Le stradine intorno al Cerchio erano state tutte acciottolate solo alcuni mesi prima e già i ragazzini erano riusciti a estrarre qualche sasso. Non che ne avessero davvero bisogno, ma da quando il piccolo Bris era morto a causa di quella brutta malattia durante l'ultimo assedio, beh... il tempo doveva essere riempito in qualche modo. Il piccolo Bris, il terzogenito del bottaio Hegar, amava raccontare storie. Storie con un lieto fine e che parlavano di battaglie vinte grazie a eroi che avevano gli stessi nomi dei suoi compagni. Bris aveva imparato molto presto come ingraziarsi il suo pubblico e per farlo bastava semplicemente raccontare i suoi sogni, quello che avrebbe voluto fare una volta divenuto adulto. Raccontava di terre diverse dalla sua città, terre che volevano essere esplorate da gente come Bris, persone che riuscivano ad essere felici con poco: gli avventurieri. Bris raccontava le loro gesta immaginando un tempo in cui lui e i suoi amici, tutti uniti, avrebbero salvato principesse e anche ragazze povere, perché gli eroi salvano chiunque sia in pericolo. Gli altri bambini avevano imparato da Bris che i veri avventurieri ottenevano grandi ricompense dalle loro imprese, ma Bris diceva anche che il più bel tesoro che un avventuriero poteva mai trovare era un sorriso. Che fosse il proprio o quello riconoscente di qualcuno poco importava. E di sorrisi davvero ce n'erano pochi nella sua città. Anche adesso che il corpicino di Bris stava per essere seppellito, persino in un momento così sacro, Sundabar veniva colpita e insozzata da quello che Bris chiamava “l'inizio delle altre cose brutte”. Orde di orchi e goblin avevano attraversato le montagne e le lande ghiacciate dal rigido inverno per richiamare altri mostri peggio di loro e muovere battaglia contro la città fortezza. “Come se Sundabar si piegherebbe solo per un esercito di orchi!” ripeteva Bris, storpiando i discorsi di Helm, il capo della città. La piccola bara di legno di frassino azzurro era sorvegliata dai corvi che pazientemente aspettavano il loro banchetto da alcuni giorni. I corvi annunciavano l'arrivo di brutte cose e pure i bambini erano pronti. Armati dei racconti di Bris sapevano come comportarsi in quei giorni di battaglia e nessuno aveva pianto o si era lamentato per il freddo o per le urla disperate dei feriti. Tutti attesero di poter tornare a dire arrivederci al loro amico e quando tre giorni dopo uscirono dai freddi sotterranei della città non badarono al triste spettacolo di arti mozzati e di case crollate sui loro giocattoli. L'odore della carne morta impregnava l'aria e nel cimitero consacrato a Tyr, il dio della Giustizia, non c'era più solo quella piccola bara di frassino azzurro, sorprendentemente intatta. Si avvicinarono al loro amico e a turno testimoniavano di aver fatto fede alla loro promessa. Bris li fece giurare sui loro balocchi più belli e sul bene che volevano al loro amico morente: tutti sarebbero vissuti abbastanza da vedere quelle terre che lui aveva solo potuto immaginare e raccontar loro. Gli aveva detto di averle già viste e che un giorno sarebbe toccato anche a loro di vederle.


I bambini scacciarono i corvi e li videro librarsi in volo, allontanandosi sempre di più dalla loro città...


Music on air: Paul Oakenfold - Southern sun

Nessun commento:

Altri Post

Related Posts with Thumbnails