martedì 28 ottobre 2014

Unghie sulla lavagna



Ultimamente sto riflettendo molto sull'esistenza in generale, sullo scrivere o meno e sulla voglia di panato in particolare. Ultimamente ho così tanta voglia di cotolette e simili che ho scritto una nota sull'apposita app "Chiedi a papà come preparare il pangrattato come lo fa lui". Scrivo abitualmente anche "Tagliati le unghie", quindi tutto ok, la parvenza di normalità è salva.

E quest'aura di salvezza che tutto coinvolge (vedi sotto il lemma: "speranza") ultimamente sta barrando con disegnini sorprendentemente simili a fori di proiettile tutte le mie possibilità di perseverare nella nuova configurazione delle mie abitudini quotidiane. Se il caso ha voluto che facendo zapping foste capitati dalle parti di Canale 5 dopo aver pranzato e la cosa vi è pure piaciuta allora vuol dire che dovrei spiegarvi meglio tutta la questione della "nuova configurazione delle mie abitudini quotidiane". Preferirei evitare.

Ché una volta scrivere qualcosa qui sull'internet a quest'ora della notte era l'equivalente di andare in discoteca, tornare a casa e inondare di vomito i primi due vani, tre metri quadri di piastrelle vicine al cesso, ripulire tutto, consumare trequarti di bomboletta Divoraodori e lasciare arieggiare per una settimana. Sull'internet la puzza resta fino a quando ci saranno occhi per annusarla.

Adesso su FB c'è la visualizzazione delle notizie più recenti, le notizie principali e le notizie che non rientrano nelle prime due categorie. Non c'è scampo, qualunque cazzo a cui fai selfie verrà comunque visto dalla zia che hai accettato qui su FB dopo aver dimenticato il sacro comandamento "Resistere-Resistere-Resistere". Quindi, visti i recenti sviluppi delle tue connessioni virtuali, non c'è alternativa al non bestemmiare gli antenati defunti di un tizio che conosci senza passare per passivo-aggressivo (ai tempi del supersantos si diceva caghetta, poi la psicoanalisi ha rovinato tutto). Una volta c'era questa alternativa, quella dell'essere nottambuli e socialmente disgraziato come il sottoscritto, ora non più. No moar. E così Internet mi ha tolto il sonno, parecchi neuroni e ora mi toglie anche la possibilità di scrivere un maiunagioia senza che gente che non vedi da almeno sette anni si senta in dovere di cliccare su MiPiace e farsi anche un po' di cazzi miei. Io lo so di essere un granello di sabbia nella Copacabana della vita. Sono quello sotto il culone del turista tedesco che guarda i culi delle autoctone scorreggiando un po' il cocktail mal digerito della sera prima. Ma so anche che le vite altrui ne riempiono altre la cui biografia sarà tutto un florilegio grammaticale degno di un sms pre-Infinity della Vodafone.

Perché noi esseri umani siamo animali gregari e abbiamo bisogno di socializzare. Anche quando si tratta solo di sapere quando Nube ha programmato di tagliarsi le unghie.

Oh, a proposito: è domani.

Music on air: Modaxì - Non ti addormenti mai

1 commento:

Anonimo ha detto...







Dovrei insegnarti quanto sia rassicurante la sensazione del fottersene di qualunque altra persona esista al di fuori di te, di quello che pensi, di quello che sei.
Chè le tue parole saranno perle in pasto ai porci, ma senza di quelle tant'altra gente non potrebbe continuare a pensare, riflettere, sentire, sopravvivere.
Il mio pusher di emozioni, mi piace definirti.
A volte immagino la gente fra cent'anni leggere su un libro di scuola quello che noi scriviamo oggi sui rispettivi blog.
"Il sapiente uso della metafora..." "Il sarcasmo che spezza ogni entusiasmo per attenuare ogni attenzione su sè stesso..." "La descrizione cruda di semplici gesti ad espressione di un animo tormentato..." "Il male di vivere per immagini tipico di una personalità che vive scomoda nel mondo a cavallo di un secolo..."
Dovresti lasciare più spesso liberi i tuoi sproloqui notturni, per la generazione futura.
Perché non si sa mai che la puzza di scritto che sul web rimane per sempre non sia odore soave per qualcuno che legge oggi, domani o fra cent'anni.
Non vomiti parole ma poesia.
E se non c'è nessuno adesso in grado di capirla, ce ne sarà di sicuro domani.
E anche se...
non importa,
non importa mai.
Sei tu, solo, di fronte allo specchio.
Nessun altro attorno, almeno per il momento.

P.S. Non hai affatto perso il tuo lampo geniale del tw.

B.

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