domenica 11 settembre 2011

Quella sera non scopai per colpa dei terroristi islamici

 

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Io dieci anni fa stavo lavorando da Lobuono-tuttattacato. All’epoca Lobuono era il tizio che capeggiava la Fiera del Levante e in azienda non ci veniva mai. Però c’era la madre, e i suoi gatti. Il giorno prima ero stato spostato in magazzino perché il lavoro per cui venivo pagato profumatamente era ordinare tutti i resi dei giornali dalle edicole e non leggerli e portarmeli a sgamo nella saletta per farmi una cultura e un panino cotto e mozzarella. Si vede che avevo capito male.

Vabbè.

Nel magazzino non si lavorava come sulla catena di montaggio, i ritmi erano molto meno serrati e il lavoro finiva massimo all’una. Mezzogiorno se eri al tuo primo giorno lì. Mi ricordo che quel giorno, a mezzogiorno e un secondo, si avvicinò Gigino, che in magazzino ci lavorava da anni e che con quello stipendio campava un reggimento stanziato a casa sua da ancora più anni.

- E mo che cazzo facciamo fino alle quattro?

- Che ne so, non stanno i pupazzi allegati alle riviste da mettere a posto, Gigi’?

- Ok e per le altre tre ore e cinquanta minuti? Te l’ho detto stamattina: la devi prendere calma ‘sta situazione! Se la vecchia ci vede a fare cazzo ci manda a pulire il retro. E sta puzza di zuppetta calda per gatti secondo te da dove viene?

Allora. Il retro del magazzino non era distante, ma c’erano parecchie pareti da lì a dove stavamo noi. E la puzza era tale che ti costringeva a porti quelle domande esistenziali tipiche di un depresso su un cornicione.

Tempo cinque minuti e la vecchia s’accorse che stavamo prendendo i giornali da una parte e li scambiavamo di posto ogni venti secondi. Gigino poteva avere al massimo cinque anni più di me eppure sospirò allo stesso modo dei genitori che devono fare spallucce e pulire il muro su cui il figlio ha gettato il suo pannolino sporco di merda.

- Sei contento?

Non so cosa risposi, ma ricordo cosa dovette sentire Gigino: “mrghrf”. Non mi restava altro da fare che muovere la mazza della scopa con una mano sola e sperare che il tempo scorresse più velocemente. Nel retro la puzza era solida e il tempo rallentava incolpevole. Ventimila lire al giorno. C’è di peggio, mi ripetevo. Solo che allora non avevo ancora lavorato al mercato, al carica & scarica, come venditore porta a porta o sulle navi, quindi pensare che c’era di peggio equivaleva a prendermi per il culo.

Quel giorno di dieci anni fa scoprii di essere allergico ai gatti, che quella sbobba che cucinava la vecchia mi faceva veramente venire il voltastomaco come nei cartoni animati e che gli Staind e gli Incubus non erano adatti a quei momenti di disperazione polmonare. C’è di peggio, mi rassicuravo. Solo che non capivo come potesse essere consolatoria una frase del genere.

Per capirlo dovetti aspettare il fineturno, finire la doccia a casa e telefonare a casa dell’ex di allora e chiederle se saremmo usciti assieme quella sera.

- Come, non hai sentito che cazzo è successo, Ni’?

Quella sera lei non se la sentiva di uscire ché le sembrava irrispettoso dimenticare la morte vivendo troppo. O almeno così capii io.

Il peggio è che c’è sempre di peggio e questo è.

 

Music on air: OutKast - Ms. Jackson

2 commenti:

Iris ha detto...

Io non ho scopato, per settimane, dopo il 6 aprile 2009. Mi sembrava irrispettoso, persone che conoscevo ci avevano rimesso la pelle e non potevo permettermi di vivere. C'è sempre di peggio, ahimè.

Nubetossica ha detto...

Non so davvero cosa mi trattenga dal fare una battuta sui vibratori non ammessi in abruzzo... Forse sono davvero il gentleman che millanto di essere

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