lunedì 26 luglio 2010

Diamanti & Merda

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Tutti fumano e lasciano cadere i mozziconi a terra. Io non fumo e non sono abituato a vedere tutte quelle cicche. Mi sembrano bossoli di proiettili. Poi mi rendo conto di dove non sono e sento l’odore di erba, quella buona.

Arrivo in ritardo. Mi sembrava di esserlo di un paio di settimane invece arrivo e mi dicono che sono in ritardo, ma in anticipo sull’inizio del concerto. Io a ‘sto concerto non ci volevo venire. Guardo la locandina della serata e ammetto agli altri che sono uscito perché avevo paura di perderli. Glielo dico senza muovere le labbra e mentre si stava parlando della bravura del tizio della Taverna a cantare Fabrizio De André.

A me coso lì… De André, non mi piace. Come cantante, dico, non come scrittore. No, perché li ho letti i testi, sono interessanti anche se per quel fatto dei diamanti ci son rimasto male, m’ha quasi sconvolto. Sono cresciuto sentendo ripetere mio nonno che con i diamanti ci ha fatto nascere fior fiore di scopate.

Adesso vorrei averlo io un diamante, pressato talmente forte da diventare un suono e io ‘sto suono glielo vorrei regalare a quella ragazza che sta sempre qua in Taverna. Lei è intellettuale, mica come me che vado ancora in cerca di ciò che mi piace davvero. Lei non perde tempo come faccio io, lei l’ha capito dove vuole stare e cosa vuole fare. O forse no, ma nel frattempo sta bene qui, a sentire canzoni di De André, a parlare di Baricco e di Vendola e di come tutto stia diventando naif. No, non lo so cosa significa naif però lessi dei fumetti con quel titolo che scambiai con quattro numeri dei Cavalieri dello Zodiaco. All’epoca lo giudicai un affare, ma avevo undici anni: che ne sapevo che sarebbe servito sapere il significato di certi termini? Se devo dirla tutta a saperlo sarei andato al Classico, così, giusto per conoscere già tutta quella gente che mi sta attorno prima di ‘sto concerto. Tutti che si conoscono, tutti comunisti, tutti figli di gente che dichiara quanto mio padre quando faceva il cameriere. Li sento fare a gara su chi organizza il prossimo sabato il falò sulla spiaggia “e poi si resta tutti a dormire a casa mia al mare”. Pezzenti, hanno solo una seconda casa. Mica come certi altri, quelli con la kefia con la kappa. Quelli hanno tutti i papà e la mamma che lavorano come muli dalla mattina alla sera e non li vedono mai e allora prendono e vanno a vivere sulla barca. Per un paio di giorni, perché gli viene il mal di mare e allora pretendono una casa tutta per loro. Al terzo piano del loro palazzo. Si divertono, almeno non sono i soliti che si suicidano perché non hanno un cazzo da fare dalla mattina alla sera. Peccato, potevo usare la scusa del venire a lavorare con me in fabbrica per spezzare il ghiaccio. No, a me di loro non me ne frega niente. A me interessa lei.

So che ha Facebook. Mi son fatto l’account su Facebook per chiederle l’amicizia. A vederla così pensai che sarebbe stato meglio fare le cose per bene. Mentre aspettavo che il film su Megastrim finisse di caricare ho letto da qualche parte che è meglio presentarsi nella richiesta di amicizia. Siccome c’è l’opzione allega messaggio allora tanto vale usarlo. Allora per quanto riguarda i Mi Piace allora? Quelli servono proprio per non commentare, per non perdere tempo a scrivere. Stai lì, clicchi e hai tenuto contento l’amico che si è fatto il culo a taggarti.

Lei però meritava tutto il messaggio oltre alla richiesta di amicizia. Le scrissi di tutto, mi sembrava di stare facendo un altro di quei colloqui di lavoro e però potevo anche non dirle, almeno a lei, che di mestiere faccio le pompe. Sono pompe idrauliche, i pezzi delle macchine, mica le pompe vere. Con lei volevo essere me stesso, bello pulito e fresco come quando finisco il turno o vado ai matrimoni dei figli delle vicine di casa, che a quindici anni aspettano già il secondo figlio. Non mi ricordo più cosa scrissi in quel messaggio, ma ricordo che lo feci con il cuore in mano. Ero innamorato. Davvero! Poi lei non mi rispose e però accettò l’amicizia. Subito, senza pensarci. Mi sembrava un po’ come quando tu scrivi un messaggio lungo tre e poi ti rispondono con ok, ma fa niente. Ero lì, che mi aveva aperto alla sua intimità. In bacheca trovai solo tutte le volte che stringeva amicizia con altre persone. Io ero il settimo dei quindici di quella mattina. Boh, la cosa mi ha mandato male. Speravo non dico di essere l’unico, però… Se interagivo, chiedevo qualcosa in bacheca o in chat lei non rispondeva. Dopo un po’ mi scocciai e la cancellai dalle amicizie. Ora Facebook lo uso ogni tanto, solo per fare i test. E dopotutto io mica volevo essere suo amico. Io la amavo e quando c’è l’amore in mezzo non c’è amicizia. Pure questo me l’ha detto il nonno prima di andare in pensione e mettere la buona parola all’ingegnere.

Lei sta entrando per sentire la musica. Io resto qui fuori. Ora mi sento un po’ come quelle cicche lasciate cadere lì a terra. Vuol dire che somiglio a un bossolo di proiettile, uno che ha ha già fatto quello che doveva fare e ora sta lì a terra, che si confonde con tutti gli altri che volevano fare la mia stessa fine. Volevo essere il proiettile di Cupido che c’entrava il cuore della mia bella e invece eccomi qui a spegnermi intanto che arriva lo spazzino a pulire.

E lontano sento ripetere da uno sconosciuto le parole di De Andrè...

Uff.

Torno a casa, sono in ritardo con la mia vita.

Music on air: Coso lì – Via del Campo. Concimato.

10 commenti:

Zoe Carnifex ha detto...

Spesso capita che le persone si rivelino completamente diverse da come le avevamo considerate in precedenza, la maggior parte delle volte succede in senso negativo. Ma nessuno si chiede che impressione hanno di noi le persone che ci incontrano? Cerchiamo di fare gli intellettuali, o gli alternativi, vogliamo che tutti pensino che siamo qualcuno e non permettiamo che si avvicinino al nostro vero io. Forse perchè ci facciamo schifo. Forse lei si fa schifo, forse tutti loro sanno di essere inconsistenti. In tal caso cos'è meglio, costruirci il nostro involucro o lasciare che i nostri veri sentimenti, i nostri veri interessi e la nostra ignoranza in certi campi siano lasciati alla mercé dei giudizi altrui?

Nubetossica ha detto...

Fino a qualche anno fa propendevo per l'involucro. Poi ho iniziato a vivere.

nellina laganà ha detto...

bellissimo.Trovo questo scritto permeato di ironica melanconia,degnissimo dei migliori complimenti.Sono felice di leggerti,mi hai stupita a commossa.

Nubetossica ha detto...

Grazie Nellina! Sei una grande solo per esserti sbattuta tanto pur di commentare! Ancora mi prostro per i tuoi commenti! ;)

Zoe Carnifex ha detto...

Rispondendo al twit, se tutto questo fosse frutto della tua immaginazione allora dovresti pubblicare un libro di racconti brevi.
Ma io commento come se fosse tutto vero, insomma lasciami la libertà di prenderti sul serio!

Anonimo ha detto...

la parte dei comunisti con la villa al mare, ecco, quella, sì che m'è piaciuta. a me piace anche DeAndrè, però. e voto destra da tutta la vita e me ne vergogno pure che non voglio più votare a destra. e mi metto la kefiah solo nel weekend e se sta bene con quello che ho addosso. e magari anche io era meglio facessi il classico.

...per dire che m'è piaciuto, sì.

Paul ha detto...

Nella mia esperienze è meglio evitare le ragazze intelletuali in generale (e soprattutto in Taverna).

Nubetossica ha detto...

@Zoe: questo racconto non sarà vero nel _mio_ caso, ma da qualche parte lo è o lo è stato. O magari sarà. Non poniamo limiti alla disperazione umana :D Io non ne pongo, quindi al prossimo racconto scatenati ;)

@Cioppy: prossima volta invece del classico dovremmo iscriverci entrambi in una scuola di Feshon Desain

@Paul: Nella mia esperienza gli schiaffi migliori durante l'orgasmo li ho dati a ragazze intellettuali. Trovate in Taverna. E nonostante questo ti quoto.

Anonimo ha detto...

ci sono sempre i corsi di fotografia, queli dove inquadrano le gambe delle sedie in bianco e nero e poi ti insegnano a sfumare gli angoli con il fotosciop!

Nubetossica ha detto...

Carissima coetanea, il mio sogno è quello di fotografare cani, impestare tumblr e vederla collassare a causa della guerra con i gatti lì residenti. Ben venga il fotocioppy: ho bisogno di rendere più aggressivi tutti i volpini dei miei vicini.

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