venerdì 23 aprile 2010

Guardarsi

man_relax

Ho bisogno di me stesso ultimamente. Sono stato troppo tempo a soddisfare voglie e tempi di altre persone che mi son perso. Qualche giorno fa ho scritto che anche se non ho l’abitudine di fumare o di bere avrei tanto voluto avere un Cohiba, due dita di rhum e un tramonto lento da guardare su di una veranda. Ma non è arrivato gnende!

E’ strano come si è diversi senza volerlo solo perché si ha attorno persone a cui non eri abituato. E’ un po’ come mimetizzarsi. Anzi no, è più una questione di compensazione. Se ti cerca tu te la tiri, se se la tira allora sei tu che cerchi. E via discorrendo.

Difficilmente si è sempre se stessi. Con il gelataio o il cornettaro non ti comporti allo stesso modo che con un Testimone di Geova la domenica mattina alle sette, no? Però anche se all’esterno un po’ diverso lo sei, dentro sai che sei sempre tu e allora tutto tranquillo e via. Ultimamente per me questa situazione non è più la norma. E’ come guardare qualcun altro che prende il timone della nave e tu sei lì dietro con il vecchio timone che guardi senza poter fare nulla. Sono uscite dalla mia bocca frasi strane che non ho mai condiviso e che in quel momento sembravano descrivere il mio modo di vedere quella data situazione. Roba quasi da ricovero. E’ stato come se stesse parlando qualcun altro che era lì da parecchio che aspettava il turno e stava pure un po’ incazzato perché ha dovuto parlare con le gambe incrociate causa pipì trattenuta!

Qualche volta succede a tutti di perdersi, di passare accanto a uno specchio e chiedersi di chi fosse quell'ombra che ci è passata accanto, no? Beh, a me succede e quando ho bisogno di sapere che ci sono ancora allora succede che mi cerco e faccio per guardarmi dentro. Devo guardare perché non vivendo in un sogno non basta toccarmi la guancia con un pizzico. Quello lì per crederci doveva toccare con mano e invece io devo toccare con gli occhi, gli specchi dell'anima. Devo toccare la mia anima con la mia anima. La cerco per chiederle come sta, se è tutto ok, insomma per le solite due chiacchiere tra vecchi amici che non si vedono da un po’ a causa del lavoro, dello studio e degli amori che ci sono e non ci sono. Arrivo a me con il sigaro in mano e le due dita di rhum e chiedo come sta andando e dove vogliamo andare.

Quando arrivano giorni così per guardarmi non basta più uno specchio e neppure un libro o una canzone qualunque. In questi giorni un po’ così sento il bisogno di palpebre abbassate e una notte tranquilla, due mani dietro la nuca e nelle orecchie io e me stesso che ci chiediamo cosa vogliamo essere… avere… volere…

3 commenti:

elllisa ha detto...

mi hai rubato i pensieri. bè, non ti resta che chiudere gli occhi, una notte vale l'altra per interrogarsi. un bacio

SenecaFalls ha detto...

Secondo me ognuno è mille persone contemporaneamente. Ma questo è assolutamente favoloso. E non lo capiremo mai cosa siamo, e cosa vogliamo essere. Perchè cambieremo sempre. Ogni giorno.

Unknown ha detto...

Concordo sul costante altalenarsi di stati d'animo che spesso sfociano in conflitti interni...E' vero che non sempre sono pacevoli, ma io li considero la mia ricchezza e la mia forza più grande. Sarà che odio tutto ciò che è banale e scontato, mentre mi affascina la complessità ed il mistero e credo che "scandagliare" dentro se stessi sia la sfida più interessante che ci possa essere.
Dunque, andiamo avanti così!
Ciao!

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