sabato 27 febbraio 2010

Fratture cerebrali

Freedom

Una notte timbrò il cartellino e si risvegliò il mattino dopo alle 6.05 con il foglio dei collaudi completato. Se di solito di pompe ne collaudava cento, quella notte ne collaudò centocinquanta. E non ne fu affatto soddisfatto.

Il direttore del Reparto si congratulò e promise di raccomandarlo per il posto fisso. E lui non ricordava nulla. Ciclo sonno-veglia sballato, vita sociale assente, la laurea che stagnava e il futuro che era sempre più uguale al presente. Gli stessi quattro movimenti ripetuti migliaia e migliaia di volte durante tutti quei turni di notte ed ecco qui il risultato, un ennesimo Charlie Chaplin alle prese con i suoi tempi moderni. Mi disse che quella mattina guardò il calendario e la sua faccia per la prima volta dopo tanto tempo e giurò di non riuscire a dirmi cosa lo avesse spaventato di più. Gli menai la battuta che prima di iniziare a lavorare aveva un sogno e che il cassetto dove l'aveva nascosto era tutto tarlato. Con lo sguardo vuoto mi rispose si e mi fece promettere che sarei andato alla sua festa di compleanno. Un nuovo inizio simbolico per festeggiare la sua prossima decisione. Volle smettere con quella caricatura di vita e me lo disse in mezzo ai denti, un diretto secco sulle gengive. Una quasi moglie e un figlio in arrivo e non ce la faceva più a essere un robot. Male che vada allungherò il brodo e mangeremo tutti, no?

Ecco, aveva tutte le intenzioni di iniziare a campare di scrittura, comodo sulla sua sedia Ikea imbottita e schienale ergonomico. E invece arrivò il compleanno e come regalo quel libro.

Le voglie vennero appagate dai silenzi di occhi che scorrevano veloci sulle parole, capoversi, capitoli interi. Lei dormiva dandogli le spalle e l'odore delle candeline spente era ancora nell'aria quando arrivò a leggere l'ultima parola. Era rimasto sospeso durante tutta la lettura e ora poteva finalmente iniziare a piangere. Leggere quel libro gli creò delle fratture al cervello. Come quelle che si procurano certi calciatori da giovani, da carriera finita. Quella volta invecchiò davvero di un anno in un giorno solo. Prima mi amò e dopo una notte mi odiò per averglielo dato. Decise di restituirmi il libro e di regalarmi la sedia. Buttò anche la scrivania dove c’era quel famoso cassetto tarlato e già la mattina dopo si mise le scarpe antinfortunistica e riprese servizio, 'ché la catena di montaggio è tutto sommato meno crudele.

Il confronto lì sta solo tra te e pezzi di metallo, indifferenti alle tue riflessioni sulla vita che se ne va…

 

Music on air: Rolling Stone – Sveglia!

3 commenti:

Nubetossica ha detto...

Sembra che questo post ce l'avessi sullo stomaco da parecchio. Di solito impiego un'ora e qualcosa per scrivere ogni post, quindi un'altra buona mezz'ora per cercare il link su youtube e una immagine che non stoini troppo con il contenuto. Per questo post mi son bastato venti minuti, molti dei quali a correggere i verbi. E son sicuro che non sono tutti-tutti corretti. Vabbe', dovevo liberarmi di questo post e tanto basta.

oneofthesethingscomesfirst ha detto...

E' un bel post ed è scritto bene. Ma rimane la voglia di saperne di più di quel libro che strega e stordisce...

Nubetossica ha detto...

Non solo a te, figurati! :D Grazie per i complimenti!

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