martedì 19 gennaio 2010

Poetica barese

E prima di baciarti avrei voluto farti una semplice domanda: “Ti piaccio?”

E’ una domanda semplice non perché lo sia a livello grammaticale o perché farla uscire dal mio cervello e dal mio gargarozzo sia facile. Lo è perché ti nasce facilmente dal cuore e perché a questo tipo di domande si risponde con un si o con no. Senza troppi giri complicati. Si. No. Semplice. Non è neppure contemplato un forse, anche se a questo punto del nostro rapporto il forse è una speranza più grande di quanto possa sopportare. Non mi basterebbe una vita per viverti, per guardare nei tuoi occhi color del mare di quando vado al largo con la barca di zio Pinuccio per guardare i delfini. E voglio sentirti con gli occhi, perché le parole nascondono, mentono, arrossiscono più delle tue guance che sembrano così morbide viste da così lontano. E lo so che sono a un palmo da te, ma qualunque distanza è troppa se tutto quello che vogliono le mie labbra sono le tue, così simili alle mie da sembrare gemelli siamesi separati da un chirurgo ignorante del mio sentimento che forse… forse è anche il tuo.

Ti accarezzo i capelli, ti guardo sorridere al mio sorriso e i miei occhi iniziano a guardarti tutta, dall’alto e sempre più giù fino a quando non ci sarà altro che il tuo petto gonfio di accoglienza nelle mie iridi… E fermo gli occhi sul tuo collo, il tuo collo che accarezzarlo col dorso delle dita sarebbe il premio che desidererei dopo ogni giorno della mia vita.

Ma cosa c’è attorno al tuo collo… una catenina con appeso uno stemma della…

Avrei voluto chiederti Ti piaccio? e ora ti chiedo “Ma sei per caso juventina?”

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Meh, e mo vattin da do si v’nut!

Trad.: Beh, ti consiglierei di tornare sui tuoi passi

come ho appena fatto io!

 

Music on air: Il vero tifo della serie A

2 commenti:

A. ha detto...

S T R E P I T O S O ! ! !

Nubetossica ha detto...

Grazie mille Ginger! ;)

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