sabato 26 dicembre 2009

Risalir a riveder gli abissi

makkox2

Scrivere è come tutte le arti un gioco di sottrazioni, non di aggiunte. La Verità è un concetto semplice che si trova all’inizio. Le bugie vengono sempre dopo, con l’arrivo di un cervello che ha ormai carburato e che è ormai scatenato nell’immaginare realtà diverse. Ciò che affascina e invidia nell’Arte non è il costrutto finale, ma l’idea semplice e scontata alla base, a cui tutti sono abituati. L’artista lavora di cesello e leva il superfluo per arrivare all'essenziale e mostrartelo sotto una nuova luce. Ma la forma resta sempre quella.

E scoprire che anche tu, se ci avessi pensato, avresti potuto crearlo ti riempie di orgoglio e di rimpianto. Un’altra occasione di essere di più è andata perduta. Ciò che vedi è sempre stato davanti ai tuoi occhi, ma non ci si è mai sforzati di assecondare quel guizzo che la materia ancora informe ti suggeriva. Quella materia silenziosa, senza colori, priva di segni. Lo spazio bianco tra le righe è colmo di realtà e potenzialità: quello spazio non è mai veramente vuoto. Non come solo certe parole riescono ad essere.

E’ un po’ come il texas hol’em che ti insegna tanto se sai ascoltarne le sfumature. Un gioco di sguardi , di microespressioni e di silenzi concentrati. Un gioco che come tutti gli altri giochi deve insegnarti qualcosa facendoti divertire. Impari un sacco di cose su chi ti sta attorno, di certo più che in tante uscite a prendere un caffè e a vederle sbattere bustine di zucchero nell’aria. Guardi quello che ti è capitato, te ne dimentichi e poi passi in rassegna i loro silenzi, dove vanno i loro occhi, come arricciano le loro labbra e i pruriti che improvvisamente arrivano alla vista di una coppia di assi servita. Lie me, if you can. Si ride, si scherza, si sdrammatizza l’ennesima carta inutile scoperta dal mazziere. Si ricopre la verità con parole senza toni e senza gesti per non farsi scoprire, per non perdere e cercare di vincere. Per non far capire all’altro che a lungo andare sotto la maschera non c‘è più un volto, ma un’altra maschera ancora.

E sotto quella il vuoto di uno specchio crepato dal troppo riflettere. Sui silenzi bianchi che fanno domande a cui vorresti tanto rispondere per sentirti ancora una volta di più.

 

Post ispirato da quel geniaccio di Makkox qui

Music on air: Suede - This time

3 commenti:

makkox ha detto...

ahh

Nubetossica ha detto...

Maestro, il suo commento è gradito quanto ermetico. Per quanto mi riguarda Babbo Natale è arrivato e mi ha perdonato per aver lasciato il caminetto acceso gli ultimi sette anni.

iRe ha detto...

sei troppo rnr! :* (L)

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