giovedì 3 settembre 2009

Precari, finché licenziamento non ci separi

ford assembly line

Ho la brutta abitudine di accumulare impegni, di anticipare il piacere al dovere e di posticipare impegni urgenti preferendo sbrigare quelli che lo sono molto meno. Intuisco che quest’abitudine possa essere causata da un fattore genetico visto che anche mio padre e mio nonno prima di lui hanno accumulato tanta roba da poterci rifornire diversi mercati dell’usato. Per fortuna loro hanno sposato donne che hanno capito che i ricordi occupano meno spazio e si puliscono più facilmente. Per me non è solo questione di oggetti a cui mi lego affettivamente solo perché rimangono nei miei paraggi per anni. Accumulo anche persone, chili da smaltire, impegni, pagine da studiare e tutte le delusioni che chi mi conosce è costretto a vivere. In primis il sottoscritto, ovviamente. E ora che ci penso credo che la questione sia profondamente genetica. E’ in questo che mi riscopro più umano di quel che credessi e questo oltre a farmi capire che non ho superpoteri e non sarò mai il superessere felice dei suoi sogni mi rende anche un bugiardo, qualcuno che razzola male pur predicando benissimo. Per ora sono un amico di tanta gente di merda, un futuro dietista ciccione, uno studente che non vuole superare esami e una persona che fondamentalmente se ne fotte di deludere gente che quando lo apprezzano vuol dire che gli è indifferente. E tutte queste situazioni hanno il comune denominatore di un cambiamento che non c’è, che fatica a palesarsi. Di un cambiamento che mi terrorizza inconsciamente. Che mi rende appunto… più umano. Perché tutti noi aspiriamo ad un Domani che assomigli il più possibile all’Oggi e magari al Ieri. Perché si stava meglio quando si stava peggio, no? Cambiare significa distruggere qualcosa per fare spazio a qualcos’altro che potrebbe essere peggio. E quindi ci si coccola in un’abitudine che rende sopportabile anche l’esperienza più mostruosa. Come in una catena di montaggio. E’ così che campa un precario italiano? “Sarà un lavoro provvisorio”, si è sentito dire anni fa. Ma meglio questo che niente. Accontentiamoci. Fino a quando tutto quello che abbiamo sopportato di orribile non inizia a puzzare di marcio e ci liberiamo di un bel po’ di cose accumulate in un’esplosione di livori e rabbia, cambiando molte cose e distruggendone molte altre.

Tutto da soli, senza che arrivi una donna a fare pulizie.

Music on air: Caparezza – Eroe (storia di Luigi Delle Bicocche)

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