lunedì 22 ottobre 2007

Una nuova responsabilità




Solo vagava, in cerca di un nuovo clan Mourel Synmir della Stella Grigia.


Lo scheletro della tenda il vento scuoteva. Eretta nel cerchio di massi, questi indicavano il luogo come sacro alle tribù Uthgarth. Lo sciamano aveva prima raccolto i quattro rami dalla terra gelata della foresta e li aveva trasportati sulla cima della collina sul dorso del cervo dalle lunghe corna. Ringraziò lo spirito del cervo e lo vide allontanarsi lungo le terre selvagge del freddo Nord del mondo. Con la lama nata dalle ossa della Madre Terra segnò i rami e assegnò ciascuno un compito. Con il ramo piatto scavò la terra indurita dal ghiaccio e con lo stesso ramo ammucchiò la terra sul margine della fossa. Il ramo piatto fu il primo ad essere conficcato. Di pelli di cervo ricoprì i lunghi rami disposti a cono e con il fango creato dalla magia degli spiriti tutti gli spiragli sigillò. Il bogun mise a guardia del suo rito e delle sue vesti e le stelle ospitanti gli spiriti dei suoi antenati salutò. Quella che indicava sud est osservò meglio di tutte e la sua luce flebile vide dissolversi. Le stelle da cui sapeva aveva avuto origine la sua razza, coperte dai freddi raggi del sole che a malapena contrastava la spessa coltre di nubi. Nudo sospirò, contraccambiando il sorriso della creaturina e nello spazio consacrato entrò.

I funghi e le erbe mistiche più verdi masticò e sputò per ore, ammassando l’impiastro all’interno del cerchio di pietre. Due delle pietre sfregò al secondo ramo e lo spirito del Fuoco si unì a quello della Terra. Lo spazio all’interno della tenda lo metteva in posizione con le gambe sul cumulo di terra , le mani vicino alla corda e la testa china sul fuoco sacro. Con metodica pazienza, raccolto in quello spazio angusto iniziò a masticare i funghi del Passaggio e il fuoco sacro ravvivò. Il fumo vide librarsi bianco e denso verso l’alto. Una sola apertura, larga un palmo di mano elfica, filtrava la poca luce di quel giorno di freddo inverno. Il ghiaccio e la pioggia sul terzo ramo indicavano l’interesse degli spiriti dell’Acqua al rito. La pelle livida delle dita dello sciamano strinse la corda in un nodo perfetto la gola dell’elfo. L’altro capo della corda era legato al ramo più lungo, quello più vicino al cielo, il ramo che serviva a chiamare lo spirito dell’Aria. Lo spirito dell’Aria ascoltò le preghiere dello sciamano e promise di ritornare a ricondurlo in questo mondo al termine del rito. La lama guidata dalla fredda mano dell’elfo penetrò le carni del suo costato fino in fondo. Prima la pelle, quindi la carne e le ossa, fino a sfiorare il suo Spirito Guida.


Pane nessuno gli dette,

né Corno per bere e per nutrirsi...

Il suo Destino richiamò e la Morte arrivò.

Sogno venne a prenderlo e Distruzione poté perderlo.

Desiderio lo abbandonò e Disperazione nel suo reame lo accettò.

Delirio gli offrì la visione del Mondo come è, come è stato e come è che sarà.


Protetto dagli elementi e dagli spiriti, verso il Mondo degli Spiriti saltò, trattenuto dalla corda di budella intrecciate da lui stesso. Il suo corpo pendette a recitare il carme. Il Puma Maculato venne fuori dalla sua ferita e di sangue produsse il dono per i defunti. E si ritrovò fuori dalla tenda con l’estrema consapevolezza che tutto era più vero ai suoi nuovi occhi. A migliaia di miglia dal suo corpo il suo spirito giunse. E li vide.

A migliaia e decine di migliaia e centinaia di migliaia gli spiriti di quella terra che urlava ancora il suo dolore ormai sette anni dopo. Tutte quelle orbite vuote fissarono il suo viso invisibile e silenziose le anime lo supplicarono di essere le uniche a patire quel fato. Lacrime eteree solcarono il volto del Puma ascoltando i loro pensieri. Cormyr veniva chiamata da quei spiriti e con gli occhi della mente vide quella terra straziata dalla Divinità alla Fine del Tutto e vide essa estendere le sue estremità immense sul Mondo dei Viventi...


E il Puma Maculato decise cosa fare del resto della sua vita.


E lo sciamano si sentì scosso dallo stato di sonno e lo spirito dell’Aria gli restituì il suo alito di vita soffiando sui suoi occhi umidi. Come chi è finalmente libero da quella che sembra essere stata una vita in catene, la sensazione di risveglio questa volta lo pervase di una nuova volontà.


Music on air: Loreena McKennitt - The English Ladye and The Knight

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