lunedì 13 febbraio 2017

Slam Poetry "Brontolio"



Io lo so! Lo so che sono nato diverso da tutti, come chiunque altro, ma vorrei sapere chi altro immagina se stesso come il frutto di una botta e via tra una Casa degli Orrori e una Montagna Russa? Chi si immagina come una Casa degli Orrori ferma e traballante lì sulla collina vuota un'ora dopo il tramonto? Con quelle mura così solide che sembrano sul punto di sbriciolarsi ad ogni istante, le finestre crepate e il giardino abbandonato a se stesso? E dentro quella Casa degli Orrori ci abitano tanti piccoli mostriciattoli e tanti invece grandi e tanti altri ancora più grandi.

E ce n'è uno che non so quali dimensioni abbia perché occupa una stanza intera più grande del salone e non c'è luce che si possa accendere lì dentro o candela da portarci perché chi la occupa quella stanza soffierebbe sulla fiamma mentre continua a scrivere sulle pareti, su ogni singolo centimetro di muro perché è la sua stanza e non esiste sfratto da lì e allora voglio parlarci, ma mi fa paura e allora mi ripeto che bisogna dare un nome alle proprie paure e allora glielo chiedo come si chiama ed è solo il silenzio rotto dalle sue unghie a rispondermi ed io mi abituo all'oscurità, ma non così velocemente come vorrei e per tutto il tempo sento il rumore delle sue unghie sul muro della mia casa, come se fosse una lavagna ferita da unghie troppo lunghe e troppo rovinate e allora finalmente mi abituo a quell'oscurità perché ci sto dentro da tanto troppo tempo e allora leggo, ma non ci riesco e allora uso le mie mani come se fossi un cieco alle prese con un testo in braille e immergo le mie dita nelle linee vuote che una volta erano dei solidi mattoni e continuo ancora a non capirci nulla e allora forse l'occupante capisce che sono alla ricerca di risposte e di nient'altro e no, non si presenta, ma mi parla e mi dice Questo il posto delle consapevolezze ed io gli dico che forse ci nascondo le mie paure e allora mi chiede quale sia la differenza tra una consapevolezza e una paura e io ho la testa vuota come il buio nella stanza e allora ecco! mi accende una luce, ringrazio e leggo i vuoti nel muro. E allora capisco cos'è quella stanza.

Calma.

Adesso ascolto solo il mio respiro e basta.

E' in quella stanza a forma della mia scatola cranica che la Paura di Essere Consapevole che Tutto è Inutile e Che Tutti gli Esseri Umani Nascono Come Animali Sociali e Muoiono Come Persone Sole continua a grattare e a scavare e ad essere presente. E' la stanza dove ho rinchiuso il pensiero che tutti siamo affamati di qualcosa che potremmo non ottenere mai. E allora capisco un'altra cosa, quel rumore di unghie non era un rumore di unghie: era un brontolio. Il brontolio della fame di essere se stessi pur stando con qualcuno. Forse è per questo che la miglior frase d'amore che io abbia mai sentito è "Hai mangiato?" O forse boh, credevo fosse Amore e invece era solo l'ipoglicemia.


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