mercoledì 14 novembre 2012

Reality check

 

Quando ti serve una frase ad effetto ti torna in mente la lista della spesa.

Di una settimana prima.

 

Enne ha i problemi. Pur non vivendo a Milano vive il disagio di un mondo troppo diverso da quello che si era immaginato da bambino. L’anonimia della collezione di palazzi intorno al suo lo coinvolge, gli striscia dentro passandogli dal retto e si insinua dietro gli occhi. La realtà che fa da filtro alla Realtà. Se ci si distrae ecco che l’abitudine ti attenua i colori e porta tutto a tonalità grigie. Una pacchia per le reflex digitali e i ventiquattrenni hipster che le hanno avute in regalo da mamma e papà o comprate con due stipendi della yogurteria in centro.

Oggi è mercoledì ed Enne è dalla Psicologa. Lei lo ha fatto accomodare mentre avvisava il suo amante su Whatsapp che la foto gliel’avrebbe mandata una volta finito. Enne non sa da dove cominciare. Perché non sai quale sarà la fine, spiega la dottoressa. E poi lei smette di parlare e si perde dietro fantasie di scrivanie riordinate con un braccio perché l’altro è impegnato a stringerle il culo nascosto dal camice bianco. Enne parla, comunica il suo disagio, parla anche della sua scrivania invisibile sotto la macchina fotografica, il case del computer, bottiglie di plastica vuota, penne, taccuini, monitor, casse, scatole di cotton fioc, buste di patatine San Carlo con la data di scadenza scaduta da settimane. Enne racconta che chi lo conosce gli affida delle cose per farsele aggiustare. Non è bello avere il possesso delle cose senza la loro proprietà. Enne respira tre respiri. Fa calare l’ansia, le ha spiegato la Psicologa durante il loro secondo incontro. Dopo il dodicesimo Enne ha smesso di contarli e si è abituato. Non gli serve nemmeno più scrivere l’appuntamento sulla sua agendina. L’anno prossimo spera che quelli della Moleskine stampino calendari con il mercoledì mattina, dalle dieci alle undici, con quel rigo occupato dalla parola “Sedativo”. Enne parla, si massaggia il palmo della mano con il pollice (terzo incontro) e lei annuisce. Lo ascolta e poi lo interrompe per dirgli che sì, in quella situazione non avrebbe potuto fare altro. Le scelte a volte sono obbligate, ma la scelta di fare una scelta no. Enne le racconta che gli specchi e i vetri con dietro il buio gli fanno da reality check. C’è anche un’altra cosa che gli è utile per farlo, ma Enne si vergogna e omette. Il suo piegare il collo verso la merda nel cesso mentre tira la catena dello sciacquone è al sicuro nella prigione affollata del suo cranio.

Enne si lamenta perché prima era più intelligente. Prima aveva più freschezza mentale. Enne non dorme bene da mesi, ma questo gli sembra uno zero in una somma. Tre zeri contando le sue occhiaie. Allora Enne continua. L’ora con la Psicologa  è l’unica della sua settimana senza della musica nella sua testa. L’unica ora in cui Enne sente la sua voce e non quella di altri che vivono il disagio come lui, ma riescono a raccontarlo sempre meglio. Nella testa di Enne ogni parola appallottolata diventa una nota che si dispone su un pentagramma. Enne confessa di sentirsi schiacciato e di aver sognato di dormire sotto un baobab sulla cima di una collina come quella sullo sfondo di Windows XP. La Psicologa lo interrompe per chiedergli se si sia ricordato. Enne fa Ah! e prende un cd da una delle tasche del suo giubbotto. L’orologio con la forchetta e il cucchiaio al posto delle lancette ha appena apparecchiato un’altra ora per qualcun altro. Enne ha fame, ma non di cibo. Enne vuole altro tempo e la Psicologa gli ricorda che questo è un ottimo metodo per perderne altro.

Con cosa lo riempiresti questo tempo se riuscissi ad ottenerlo? No, mi risponderai la prossima volta. La prossima paziente è già dietro la porta che aspetta, gli dice, mentre un sorriso svia l’attenzione della mano che si poggia sul braccio di Enne per indicargli la direzione del mondo fuori.

E’ tutto un fuori e un dentro, un qui e un lì. Enne ripensa al mago Merlino della Spada nella Roccia e alla scoiattolina innamorata del ragazzino Semola. Enne ripensa alla domanda fattagli dalla Psicologa e…

 

honolulu

 

Music on air: Daft Punk – Human after all

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