martedì 27 luglio 2010

La differenza

 

Tutti noi abbiamo fatto l’esperienza di quei momenti di oblio totale in cui ci sentiamo come piante, animali, creature dei grandi fondi marini o abitanti delle alture celesti… credo che in tali momenti noi proviamo a dire a noi stessi ciò che sappiamo da tempo, ma che rifiutiamo di ammettere: che vivere ed essere morti sono la stessa cosa e che vivere un giorno o mille anni non fa alcuna differenza.

Henry Miller

 

Mi permetto di dissentire e di poter affermare che lei, signor Henry Miller, parla a vanvera. Su wiki è scritto che è nato nel 1891, non intorno all'anno 1000. Signor Miller, ci sono problemi se ne riparliamo intorno all'anno 3000? Oh, mi perdoni: è morto nel 1980. Beh, visto che lo ha già fatto nota differenze?

…beh?

Vabbe’, immagino sia molto timido visto che non c’è alcuna differenza tra l’essere vivi o morti.

Io penso che almeno una differenza esista: posso scrivere che non ha capito un cazzo di niente sulla vita perché era già morto prima del 1980 e senza incorrere in smentite da parte sua.

Le auguro una bellissima nuotata nel fondale terrestre lunga i prossimi 970 anni; io torno a godermi la Differenza, conscio del fatto che le sue parole sono state per me quello che un ricco bidet è stato per le mie palle: una scusa per provare un attimo di piacere.

Fatt u speng

Music on air: QotA - Spiders and Vinegaroons

3 commenti:

Zoe Carnifex ha detto...

Chi pensa che vivere ed essere morti sia la stessa cosa non dovrebbe avere paura della morte, gli avrei dato più credito se si fosse suicidato nel momento in cui concepì quello che scrisse.
Penso che i malati terminali abbiano molto da ridire riguardo a questa frase poi.
E volevo aggiungere che piante, animali, creature dei grandi fondi marini e abitanti delle alture celesti sono esseri viventi, quindi Miller aveva le idee confuse parecchio.

Anonimo ha detto...

e per fortuna! (anche delle palle, ovvio)

Nubetossica ha detto...

@Zoe: Tu pensa al semplice fatto che Miller è uno degli autori più tumblerati in assoluto. E qualcosa mi fa sperare che lo sia perché è semplicemente famoso, non per quello che ha scritto. Lo spero, poi ascolto lo Zoo di 105 e sento Mauro Marin che biascica parole con quella mandibola scassata dalla coca. Miller aveva torto: a volte la morte è meglio. Più dignitosa, sicuramente.

@Cioppy Ammettilo: se non avessi scritto una parolaccia avresti riletto l'oroscopo dell'Internazionale un'altra volta, vero birichina? :D Ok, la smetto e torno a leggere qualche post del tuo blog :P

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