sabato 12 dicembre 2009

La ricompensa

Nyquil Kai Shirdu

Le stradine intorno al Cerchio erano state tutte acciottolate solo alcuni mesi prima e già i ragazzini erano riusciti a estrarre qualche sasso. Non che avessero davvero bisogno di quelle pietre, ma da quando il piccolo Bris era a letto a causa di quella brutta malattia… beh, il tempo doveva essere riempito in qualche modo.

Il piccolo Bris, il settimo dei figli del bottaio, amava raccontare storie. Tutte storie con un lieto fine e che parlavano di battaglie vinte grazie a eroi che avevano gli stessi nomi dei suoi amici. Bris aveva imparato  molto presto come ingraziarsi il pubblico e per farlo bastava semplicemente raccontare i suoi sogni e quelli che ascoltava negli occhi dei suoi amici. A volte bastava raccontare quello che avrebbe voluto fare una volta diventato alto abbastanza da poter dire di essere grande. Altre ancora raccontava di terre diverse dalla sua, terre che attendevano di essere esplorate da persone che riuscivano ad essere felici sconfiggendo la paura più antica dell’uomo, l’Ignoto. Queste persone si facevano chiamare in mille maniere diverse a seconda di come si guadagnavano il denaro per andare avanti in quella vita. Bris raccontava le loro gesta immaginando un tempo in cui lui e tutti gli altri, sempre uniti, sempre assieme, avrebbero salvato belle principesse e perché no? anche ragazze povere e brutte, perché gli eroi salvano chiunque sia in pericolo! Gli altri bambini avevano imparato da Bris che i veri eroi ottenevano grandi ricompense dalle loro imprese, ma raccontava anche che il più bel tesoro che un avventuriero potesse mai trovare era un sorriso. Che fosse il proprio o quello riconoscente di qualcuno poco importava. Importava avere cose uniche, rare, preziose.

E in quei giorni di sorrisi ce n'erano davvero pochi nella città. Anche adesso che il suo corpicino stava per essere seppellito, persino in un momento così sacro agli occhi di quei bambini, Nund veniva colpita e ferita da quello che Bris aveva chiamato l’incubo brutto. Orde di tural e muall avevano attraversato le montagne e le Lande del Sair per portare con sè altri mostri spaventosi più di loro e con questi attaccare la fortezza che ospitava donne e bambini. Come se Nund perdesse contro qualche clemuelle! ripeteva Bris, storpiando i discorsi di Ader, il mastro delle porte della città. La piccola bara di legno di ulivo azzurro era sorvegliata  dai corvi che pazientemente aspettavano che il loro banchetto si mostrasse da alcuni giorni. I corvi si facevano vedere prima dell'arrivo di cose brutte e i bambini lo sapevano e si erano preparati. Armati dei racconti sapevano come comportarsi in quei giorni di battaglia e nessuno aveva pianto o si era lamentato per il freddo o per le urla disperate dei feriti. Tutti attesero di poter tornare a dire arrivederci al loro amico e quando tre giorni dopo uscirono dai freddi sotterranei della fortezza non badarono all’orribile mostra di arti mozzati e di case crollate sui loro giocattoli. L'odore della carne morta impregnava l'aria delle stradine strette. Nei resti del piccolo tempio consacrato a Sylue vi era quella piccola bara di azzurro. Superarono gli adulti quasi in silenzio e si avvicinarono al loro amico. I corvi risposero ai loro occhi di chi ha visto troppo e troppo presto. Erano lì per dimostrare di non aver dimenticato la promessa. Bris li fece giurare sui loro giocattoli più belli: tutti sarebbero vissuti abbastanza da vedere quelle terre che lui aveva solo potuto immaginare. Li aveva lasciati mentre raccontava loro di averle già viste e che un giorno sarebbe toccato anche a loro di vederle. Fece promettere loro di non dimenticare i sogni che avevano ascoltato tutti assieme.

La più piccola di loro iniziò a piangere, seguita da tutti gli altri. Persino Nyquil, il più grande dopo Bris, non riuscì a trattenere una lacrima. La cosa lo fece vergognare: non voleva essere visto così debole dagli altri e dallo spirito del suo amico. Prese il pugnale che tutti quelli del suo popolo portavano nella cinta di pelle di clemuelle e con la punta percorse la sua guancia, rendendo la lacrima rossa del suo sangue. Via, via da lui! Lasciatelo stare! - gridò, agitando il pugnale insanguinato verso i corvi. Le grida del ragazzino ebbero l’effetto di scuotere gli altri e tutti assieme iniziarono a gridare e ad agitarsi per cacciar via gli uccelli. I corvi si opposero con le loro grida, ma alla fine si librarono in volo, lasciando il tempio ai bambini. I bambini gridarono ancora, ma per la gioia di aver terminato l’impresa e  in cerchio ognuno vide sui visi degli altri la ricompensa di Bris.

 

Music on air: The Smashing Pumpkins - For Martha

1 commento:

Nubetossica ha detto...

Per chi non avesse capito una ceppa questo è il background di un mio personaggio quando gioco con i miei amici sempre uniti, sempre assieme. Ecco il perché della scelta di questa immagine che sembra non c'entrare quasi nulla. E' semplicemente Nyquil da adulto. O da abbastanza alto per essere definito grande ;)

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