domenica 18 maggio 2008

Loop


E il ronzio si spegne lì, davanti agli occhi. Vedi come due cavi sospesi in aria con due jack che si staccano e c’è la sensazione di indossare delle cuffie modello Bass Boost 50 mW sulla testa intorpidita. Le palpebre sono a mezz’asta, ma riesci a vedere tutto quello che hai davanti. E’ grigio, sfocato. Vedi tutto, ma non per tutto il tempo. Poi ti rendi conto di dove sei e che ti sei addormentato. Di nuovo.


C’è come un riverbero, tipo quello che vedi sull’asfalto in certe giornate d’estate. Solo che adesso che spalanco gli occhi e la bocca, mi scuote un brivido di freddo che sembra interminabile. Sento i battiti del cuore aumentare la loro frequenza al minuto, con la differenza che dura al massimo qualche secondo. Un incomprensibile panico e la stanza gira un po’ prima di riassestarsi quasi definitivamente. Una volta uno mi ha detto che c’entra il nervo Vago. Mi verrebbe da scriverci una battuta, ma mi ritrovo seduto sul cesso con un libro in una mano e, girata la testa, diversi fogli di carta igienica. La uso e intanto do un’occhiata al libro: ho letto dodici pagine, ma non ne ricordo nessuna. Prendo altra carta e uso pure quella. Dodici pagine, ma non ricordo nulla. Il pensiero di un Recupero Ore mi saetta nel cervello surriscaldato dai brividi, ma lo vedo allontanarsi veloce così com’è venuto. Domani sveglia alle sei e mezza: se dormo adesso stanotte farò il lupomane e domattina andrà di merda. Domattina starò con lei, chiacchiereremo e ogni tanto fermerò anche lei per baciarla, per stringerla a me e tra una pausa e l’altra dai nostri sguardi cercheremo di concludere qualcosa.

No, ricordo che non sarà più vero.


Ho di nuovo chiuso gli occhi. Fermo il ronzio pensando. Li riapro e ricordo che domattina mi sveglierò alle sei e mezza cercando di essere il più riposato possibile e poi farò tutto di fretta per stare alle sette meno cinque in spiaggia. Odio quei lavori dove ti fai il mazzo dove altra gente si diverte. Come il cameriere e il ginecologo. Io farò tutto tranne il bagnino. Ipocrisia del cazzo, mi sta rovinando la vita e anche il sonno. A che mi serve lasciar perdere l’uni per studiare per l’esame da bagnino e non veder realizzato quel micro sogno su domattina se poi farò tutto tranne il bagnino. Non so più chi bestemmiare. Sono seduto ancora sul cesso. Prendo altra carta e guardo il libro: ho letto altre quattro pagine, ma non ricordo nulla. Mi gratto lì e piego la testa in basso. Faccio per alzarmi annaspando con le mani cieche e afferro i jeans e i boxer. Il libro si lascia cadere sul tappeto grigio. Le pagine vengono lette rapidamente dalla forza di gravità, poi il libro si chiude e mi mostra il retro. Mi piego a novanta, lo riprendo sospirando e mi dirigo nella stanzetta. Non ho niente tra le mani e mi accoccolo nel letto, con la testa già sul cuscino occupato dal suo viso. Sorrido: “Hai messo su un paio di mp3 che non conosco, sai?”. Lei non c’è e nemmeno la musica. E’ solo il ronzio della mia bocca che russa.


E il ronzio si spegne lì, davanti agli occhi. Vedi come due cavi sospesi in aria con due jack che si staccano e c’è la sensazione di indossare delle cuffie modello Bass Boost 50 mW sulla testa intorpidita. Le palpebre sono a mezz’asta, ma riesci a vedere tutto quello che hai davanti. E’ grigio, sfocato. Vedi tutto, ma non per tutto il tempo. Poi ti rendi conto di dove sei e che ti sei addormentato. Di nuovo.


Music on air: Zzzzzz

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