mercoledì 5 dicembre 2007

Il primo di tre


E' sera e fra poco meno di dodici ore sarò seduto su una sedia che farà di tutto per farmi alzare al più presto: mi fa male la schiena, ho l'ernia che batte i rintocchi di diverse mezzanotti e diversi episodi di My name is Earl che fanno capolino nella cartella Incoming E-Mule. "Dovrei studiare?" Tamburello sulla scrivania con gli occhi sui titoli di testa e mi rispondo da solo: domanda retorica.

Scendo dal tapis roulant e ho il cuore in gola. E non perché ho appena smesso di correre. Sono le nove di mattina e fra poco più di tre ore sarò seduto in uno scomodissimo banco con un esame di biochimica davanti agli occhi. "Se ho studiato?" Sbuffo con mezzo labbro e mi rispondo da solo: domanda retorica.

E' già passato un minuto e ne mancano solo cinquantanove alla consegna. Alzo gli occhi e il prof è lì seduto davanti a me che legge Cent'anni di solitudine in edizione economica. Abbasso gli occhi e guardo questi quattro fogli pieni di domande a cui non saprei rispondere nemmeno dopo cento anni di Studio, altro che di Solitudine. "Se avessi dovuto studiare?" Mi asciugo le tempie dal sudore e lascio che sia la penna a rispondere per me: domanda davvero retorica.

Ho la bocca secca, infiammata dalle afte e dalle parole che a stento rotolavano fuori spinte dalla lingua. Lo stomaco brontola manco fosse in un film della Disney e l'orologio mi ricorda che avrei dovuto finire di pranzare venti minuti fa. Il prof mi guarda, ma io ho gli occhi puntati a terra perché ho paura di quello che potrebbe dire. Poi un numero e una frase: "18, lo rifiuti e torni la prossima volta o lo accetti?" respiro di nuovo, alzo gli occhi e gli rispondo con un sorriso a trentadue denti: "Domanda retorica, prof!"

Music on air: Sia - Breathe me

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