martedì 21 agosto 2007

Il mio Grande Principe


Devo ammettere che dopo la lettura dell'ultimo (sigh) libro di HP sono andato un bel po' in down nel riflettere sulla morale della saga. Beh, almeno una delle tante che si possono estrapolare nelle 3000 pagine!
Riflettere sul personaggio di Perseus Snape (suona meglio di Severus Piton) mi ha un po' spiazzato e mi sono ritrovato a farmi rigare da qualche lacrima in più di un'occasione al solo pensarci: il suo unico amore "insano" (come molti di quelli che ho vissuto), il modo in cui è stato illuso da tutti, la sua estrema solitudine, il suo background e il fatto che attraverso lui chiunque possa capire che le cattive compagnie e la genetica modellano almeno per il 33% il proprio Destino... Ma soprattutto per il modo in cui è stato usato, sia dai Malvagi come Voldemort che dai cosiddetti buoni come Silente (già dal primo non lo sopportavo, ma dopo il settimo libro lo odio).

Tutto questo mi fa capire che la Sindrome del Master sia una malattia letale per i pg, tanto per usare una metafora da GdR.

Il modo in cui i potenti (Silente e Voldie in questo caso) si auto-elevino ad un livello superiore dai loro pari fa si che questo dia una giustificazione alle decisioni prese per i loro interessi personali. La loro prepotenza e la loro presunzione di avere assolutamente ragione perché depositari di un potere più grande dei comuni mortali che vorrebbero guidare li rende praticamente uguali e Silente rimane nei buoni solo perché non ha effettivamente avuto l'occasione di mettere in atto i suoi piani. C'è voluto il sacrificio di una sorella che non ha mai amato prima di averla persa (il rimorso?) per farlo ritornare alla pseudo-normalità dato che il suo comportamento effettivamente non cambia granché negli anni come si intuisce da come parla di HP con Snape, uno Snape che sarebbe stato salvato da una vita infelice se non ci fosse il sistema delle "caste" al momento di scegliere la propria vita scolastica: cosa sarebbe diventato se fosse anadto a finrie in un'altra delle case che avrebbero incentivato la sua parte buona? Non lo sapremo mai e il personaggio di Snape muore senza aver effettivamente vissuto, una marionetta morta ancor prima di morire e la cosa più triste è che questo è il personaggio più riuscito della saga perché il più odiato a livello inconscio. Non si può pretendere di odiare Voldemort perché è come un bambino che gioca con le formiche e non ci si deve lamentare se poi le ammazza, no? Snape invece è quello che non è mai stato padrone della sua vita, la sua indolenza è quella che contraddistingue i nostri tempi tragici, caratterizzati da figure che la pubblicità ha reso icone e degne di essere seguite. Siamo tutti un po' Snape e odiamo lui invece di noi stessi. Per fortuna alla sua morte è riuscito a lasciare una testimonianza, a lasciare un'unica miserabile traccia del suo passaggio in questo mondo. In pratica lo scopo di tutte le creature viventi.

E tutto questo per scrivere, anzi per vomitare i mille pensieri che mi frullano in testa (e si è capito) da un giorno e mezzo: il futuro è ancora buio e mi fa ancora paura, ma almeno ne sono consapevole...

Ps: Non sembra, però "chess fusc" e un po' mi ha riportato sulla Terra!

Music on air: Tiromancino - Muovo le ali di nuovo

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